Nuova Direttiva UE su qualità dell’aria: i porti inseriti tra i “punti critici di inquinamento atmosferico”

Nuova Direttiva UE su qualità dell’aria: i porti inseriti tra i “punti critici di inquinamento atmosferico”

27 Febbraio 2025

Nel mese di ottobre 2024, il Parlamento europeo ha approvato la nuova Direttiva (UE) 2024/2881 sulla qualità dell’aria, che sostituirà la Direttiva 2008/50/CE. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 20 novembre 2024, è entrata in vigore il 10 dicembre dello stesso anno. Gli Stati membri avranno due anni per recepirla nei rispettivi ordinamenti nazionali. Questa direttiva si inserisce nel percorso avviato nel 2013 con il programma “Aria pulita per l’Europa”, che aveva già evidenziato la necessità di fissare nuovi obiettivi per il 2020 e il 2030.

La nuova direttiva stabilisce standard più severi per la qualità dell’aria, da raggiungere entro il 2030, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del Piano d’azione dell’’UE: “Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo”della Commissione europea che, tra gli altri, mira a ridurre l’inquinamento atmosferico a livelli non più dannosi per la salute umana e per gli ecosistemi. Il piano d’azione fissa alcuni obiettivi da raggiungere entro il 2050, come il miglioramento della qualità dell’aria per abbassare almeno del 55 % il numero di morti premature provocate dall’inquinamento atmosferico e la riduzione del 25 % degli ecosistemi dell’Unione europea in cui l’inquinamento atmosferico minaccia la biodiversità.

Tra le principali novità della nuova Direttiva figurano l’introduzione di limiti giornalieri per il PM2,5 e l’NO2, che si aggiungono ai limiti annuali già previsti. Inoltre, viene stabilita una nuova disposizione che impone una riduzione progressiva dell’esposizione media della popolazione al particolato fine (PM2,5) e al biossido di azoto (NO2), valutata a livello delle unità territoriali regionali, avvicinandosi ai livelli indicati dall’OMS nelle raccomandazioni 2021.

Un’ulteriore misura riguarda l’introduzione di soglie di allerta per l’esposizione a breve termine a concentrazioni elevate di PM10 e PM2,5, che si aggiungono alle soglie già esistenti per il biossido di azoto (NO2) e il biossido di zolfo (SO2). Questi nuovi parametri mirano a incentivare interventi strutturali e coordinati in diversi settori, dall’agricoltura all’industria, fino all’edilizia e alla mobilità.

Una novità significativa riguarda il settore portuale. Infatti, tra i “punti critici di inquinamento atmosferico”, definiti come le aree all’interno di una zona con le più alte concentrazioni di inquinanti, a cui la popolazione potrebbe essere esposta direttamente o indirettamente, sono stati inseriti anche i porti. In passato, i porti erano considerati genericamente fonti industriali, ma oggi si riconosce il loro ruolo come snodi di traffico pubblico, privato e commerciale, sia leggero sia pesante. Le emissioni derivanti dal transito e dalla sosta delle navi, sommate a quelle dei veicoli a terra, possono infatti creare veri e propri “hot-spot” di inquinamento locale. Per affrontare questa problematica, la direttiva prevede l’avvio del monitoraggio delle particelle ultrafini in alcuni punti di misura individuati, sottolineando la necessità di azioni mirate per ridurre l’impatto ambientale di queste aree strategiche.