Lo studio Greening of European Sea Ports della Commissione Europea, fornisce una roadmap per migliorare la sostenibilità dei piccoli porti
18 Dicembre 2024
Il 17 dicembre 2024, la Direzione Generale Mobilità e Trasporti della Commissione Europea ha pubblicato lo studio “Greening of European Sea Ports” realizzato in collaborazione con l’Erasmus University of Rotterdam, la University of Piraeus Research Centre (UPRC) e White Research.
Il rapporto analizza le sfide ambientali affrontate dai porti marittimi europei, offrendo una serie di raccomandazioni sintetizzate in una road map per guidare le autorità portuali, gli operatori terminalistici e altri stakeholder nell’adozione di buone pratiche volte alla riduzione dell’impatto ambientale delle operazioni portuali.
I porti di grandi dimensioni dispongono generalmente di risorse finanziarie e capacità organizzative che consentono loro di investire in soluzioni innovative, partecipare ad attività di ricerca e sviluppo, e promuovere iniziative per ridurre il loro impatto ambientale.
Al contrario, i porti più piccoli affrontano difficoltà legate a risorse limitate e una maggiore avversione al rischio. Spesso si concentrano su soluzioni consolidate e, mancando di competenze interne, necessitano di supporto tecnico e finanziario per sviluppare le loro iniziative per rendere più sostenibile la loro attività. L’obiettivo del rapporto è aiutare questi porti a individuare e adottare pratiche sostenibili su misura per le loro esigenze, rafforzando la loro capacità di attuare iniziative green.
Il progetto ha analizzato diverse buone pratiche volte a ridurre l’impatto ambientale. Le esperienze tratte dalle iniziative di successo hanno portato all’identificazione di buone pratiche, raggruppate in 22 categorie, tra cui: pianificazione e politiche green, gestione delle emissioni, economia circolare, combustibili alternativi, energia rinnovabile, efficienza operativa, protezione della biodiversità, e schemi di certificazione e incentivi.
L’analisi delle buone pratiche ha fatto emergere alcuni punti strategici. Anzitutto il coinvolgimento degli stakeholder e dei partenariati sin dall’inizio del progetto facilita il superamento delle sfide e promuove soluzioni condivise, costruendo un percorso collettivo verso la sostenibilità. Inoltre, il precoce coinvolgimento dei soggetti interessati consente lo sviluppo di sinergie tra buone pratiche a monte e a valle (chaining verticale) o tra risorse e iniziative degli stakeholder (chaining orizzontale) garantendo risultati più efficaci. Il finanziamento pubblico e privato è cruciale per ridurre i rischi e sostenere gli investimenti, anche tramite l’inserimento di clausole di sostenibilità nei contratti. In ogni caso, sia per investimenti pubblici sia privati, le iniziative devono considerare costi e benefici sociali, conformità normativa e mitigazione dei rischi climatici, mantenendo una prospettiva di lungo termine.
La trasferibilità delle buone pratiche ai porti più piccoli dipende da fattori come scala e complessità dell’applicazione, adattabilità alle caratteristiche del porto, competenze richieste e aspetti economici. Affinché le soluzioni innovative adottate dai porti più grandi siano scalabili nei porti più piccoli è essenziale una forte cooperazione regionale.