ottobre 2025
Verde urbano e salute: un convegno a Milano il 6 ottobre 2025
La ricerca scientifica italiana sta rivelando una verità sempre più evidente: il verde urbano può contribuire in modo sostanziale alla riduzione degli inquinanti e alla mitigazione degli effetti del clima come le ondate di calore. Se ne è parlato al Boscoincittà, parco pubblico di Milano gestito da Italia Nostra e primo esempio di forestazione urbana in Italia, in un convegno organizzato dai due progetti PNC del Ministero della salute, Salpiam e Clima, co-benefici di salute ed equità (in allegato il programma).
In Italia, dove ogni anno si registrano circa 14.500 decessi attribuibili alle alte temperature e oltre 70.000 morti per inquinamento atmosferico da particolato fine, il verde urbano svolge un ruolo cruciale nel mitigare questi rischi, come ha ricordato Paola Michelozzi di DEPLazio. Oltre a mitigare gli effetti dell’inquinamento e delle ondate di calore , diversi studi epidemiologici hanno evidenziato anche possibili effetti diretti sulla salute del verde urbano: le ricerche mostrano che le persone che vivono in aree povere di vegetazione hanno un eccesso di mortalità del 4-5% rispetto a chi abita in zone più verdi. Diverse revisioni sistematiche concordano anche nell’evidenziare che il verde migliora lo sviluppo cognitivo, migliora l’attenzione e riduce il rischio di demenza nel corso della vita; alcune condizioni mentali (es. depressione) sono risultate associate agli ambienti edificati privi di spazi verdi.
Diverse revisioni sistematiche hanno sintetizzato le prove relative all'esposizione materna agli spazi verdi segnalando livelli più elevati di verde associati a minore probabilità di esiti negativi come il basso peso alla nascita. Infine gli spazi verdi hanno effetti benefici sulla salute incoraggiando l'attività fisica e la coesione sociale. Ma c'è un elemento che sta emergendo come fondamentale: non tutto il verde è uguale. La ricerca sta dimostrando che ciò che conta davvero non è tanto la superficie coperta da vegetazione, quanto il suo volume. Gli alberi, in particolare, sono insostituibili. Su questo, accanto ad altri interventi, ha insistito anche Enrica Roccotiello (Università di Genova) del progetto Salpiam, che ha richiamato la sua ricerca sull’importanza di selezionare le specie arboree a difesa dell’inquinamento della città portuale anche in considerazione del loro potere di catturare polverio e ossidi di azoto. Taxus baccata, il comune tasso, è emerso come una delle specie più performanti grazie alla sua elevata densità fogliare e alla sua straordinaria capacità di catturare le frazioni più fini e pericolose per la salute umana del particolato atmosferico. Questi risultati stanno confluendo in uno strumento digitale che aiuterà amministrazioni e progettisti a scegliere le specie più efficaci nel purificare l'aria delle nostre città. (Per approfondire vedi qui).
Al Convegno sono stati portati altri esempi - dal Parco delle energie a Roma nel quartiere Pigneto-Prenestino (Chiara Badaloni, DEPLazio, al parco Trotter di Milano (ATS Milano) - di effetti positivi sulla salute. Nel Sud Italia, i ricercatori Giovanni Sanesi (Uniba) e Valerio Giannico hanno riferito delle ricerche svolte a Bari e Taranto. Utilizzando la tecnologia LiDAR, hanno mappato in 3D il verde delle due città misurando non più solo la copertura vegetale, ma il volume degli alberi. Durante l'estate del 2025, sensori fissi e mobili hanno registrato temperatura e umidità dentro e fuori i parchi, questo dato è utile per la realizzazione di mappe microclimatiche dettagliate. Ricerche precedenti hanno mostrato che il volume verde è fortemente associato a una migliore salute mentale, misurata attraverso un minor consumo di farmaci. A Bari e Taranto attraverso l’utilizzo di diverse risorse informative (3D, mappe termiche , sonde termiche, coorti di cittadini, etc.) sarà possibile trovare relazioni scientificamente supportate tra presenza di verde (alberi) e salute umana. Il messaggio è chiaro: "È importante avere il verde, ma soprattutto è importante avere alberi".
Una delle intuizioni più promettenti degli ultimi anni è il concetto di “co-benefici”, ricordata da Francesca De’Donato di DEPLazio. Ogni azione intrapresa per affrontare i cambiamenti climatici può generare vantaggi immediati per la salute. Prendiamo la mobilità attiva: camminare o andare in bicicletta invece di usare l'auto non solo riduce le emissioni, ma aumenta l'attività fisica e diminuisce l'esposizione all'inquinamento. Ed è una soluzione accessibile a tutti, a differenza delle costose auto elettriche. Il raffrescamento urbano attraverso il verde, pavimentazioni riflettenti e ombreggiature efficaci riduce direttamente la mortalità legata al calore. Nonostante le evidenze scientifiche siano sempre più solide, il passaggio dalla conoscenza all'azione rimane difficile. Solo il 15-20% dei comuni italiani ha un Piano del Verde, e anche quando esiste, raramente è davvero integrato negli strumenti urbanistici. Un limite questo messo in risalto anche nella discussione che ha visto intervenire Damiano di Simine di Legambiente, Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, xy di Cittadinanza attiva, Lucia Bisceglia (Ares Puglia) e Giorgio Vacchiano (UNIMI e Climate media center Italia).
Qui per vedere la registrazione dell’evento.
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