Dal convegno di Livorno gli esperti chiedono più regole per l’aria pulita nei porti

Dal convegno di Livorno gli esperti chiedono più regole per l’aria pulita nei porti

4 Novembre 2024

Serve rafforzare le norme per ridurre l’inquinamento atmosferico causato dalle navi: è questo il messaggio che emerge dal recente convegno tenutosi a Livorno, dove studiosi ed esperti italiani e internazionali hanno discusso la necessità di istituire un’Area NECA (Nitrogen Emission Control Area) nel Mediterraneo, in aggiunta alla SECA (Sulphur Emission Control Area), che entrerà in vigore nel maggio 2025.

Il 23 ottobre 2024, presso la Fortezza Vecchia di Livorno, il convegno “Miglioramento della qualità dell’aria e riduzione dell’impatto climatico” ha visto la partecipazione di esperti da tutta Europa. I relatori hanno illustrato l’impatto ambientale delle emissioni marittime e sottolineato l’urgenza di misure concrete per limitarle. Una ricerca condotta a Civitavecchia ha evidenziato l’effetto negativo dei fumi navali sulla salute dei residenti vicino ai porti, con un aumento del rischio di malattie neurologiche e tumori al polmone rispettivamente del 51% e del 31%. A livello europeo, il settore marittimo è responsabile del 4% delle emissioni di CO2, e senza ulteriori interventi, si stima che queste potrebbero aumentare del 130% entro il 2050.

Ivan Sammut, direttore del REMPEC (Centro regionale del Mediterraneo per l’inquinamento marittimo), ha confermato l’impegno delle autorità europee e dei paesi mediterranei per l’attuazione dell’Area NECA, volta a ridurre le emissioni di ossidi di azoto. La SECA, che entrerà in vigore nel 2025, abbatterà le emissioni di zolfo dalle navi, ma secondo Ludmila Osipova dell’ICCT (International Council on Clean Transportation), resta il problema degli armatori che utilizzano tecnologie che scaricano in mare gli inquinanti, causando danni all’ecosistema marino.

Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria, ha ribadito l’importanza di applicare le normative esistenti con rigore. Ha infatti richiesto al Ministero dell’Ambiente di rivedere le disposizioni nazionali, che oggi prevedono l’avviso preventivo dei controlli alle navi, pratica che rischia di vanificare i controlli stessi. Gerometta ha inoltre ricordato che, a maggio, il Tribunale Internazionale del Diritto del Mare ha riconosciuto l’inquinamento navale come una forma di inquinamento marino, imponendo agli Stati aderenti alla Convenzione UNCLOS, tra cui l’Italia, l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie per proteggere l’ambiente marino dai cambiamenti climatici e dall’acidificazione.

Luca Ribechini, presidente dell’associazione Livorno Porto Pulito, ha spiegato che è fondamentale perseguire obiettivi a breve termine, annunciando una petizione locale con oltre mille firme per introdurre a Livorno centraline di monitoraggio fisse e garantire che tutte le navi, a partire dal 2026, siano attrezzate affinché possano collegarsi a banchine elettrificate, riducendo le emissioni in porto.

Durante il convegno, i monitoraggi effettuati in collaborazione con l’esperto Axel Friedrich hanno rilevato elevati livelli di particolato ultrafine nei pressi delle navi in porto. Livorno Porto Pulito sta inoltre monitorando la concentrazione di Black Carbon, un agente altamente nocivo e cancerogeno, per documentarne l’impatto sulla popolazione residente.

Oltre a queste attività, al convegno hanno partecipato realtà innovative, come una start-up maltese che sviluppa sistemi di monitoraggio tramite droni e boe in porto, e un’impresa che propone vele a rotore per ridurre il consumo di carburante. L’evento è stato organizzato da Cittadini per l’Aria, insieme a una coalizione di associazioni europee e all’associazione Livorno Porto Pulito, che da due anni rappresenta le preoccupazioni dei cittadini livornesi per le emissioni navali.

È possibile rivedere il convegno sul canale YouTube di Cittadini per l’Aria.

International Maritime Conference (Livorno) – Parte 1
International Maritime Conference (Livorno) – Parte 2
International Maritime Conference (Livorno) – Parte 3