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ottobre 2025

Verde urbano e salute: un convegno a Milano il 6 ottobre 2025

La ricerca scientifica italiana sta rivelando una verità sempre più evidente: il verde urbano può contribuire in modo sostanziale alla riduzione degli inquinanti e alla mitigazione degli effetti del clima come le ondate di calore. Se ne è parlato al Boscoincittà, parco pubblico di Milano gestito da Italia Nostra e primo esempio di forestazione urbana in Italia, in un convegno organizzato dai due progetti PNC del Ministero della salute, Salpiam e Clima, co-benefici di salute ed equità (in allegato il programma).  In Italia, dove ogni anno si registrano circa 14.500 decessi attribuibili alle alte temperature e oltre 70.000 morti per inquinamento atmosferico da particolato fine, il verde urbano svolge un ruolo cruciale nel mitigare questi rischi, come ha ricordato Paola Michelozzi di DEPLazio. Oltre a mitigare gli effetti dell’inquinamento e delle ondate di calore , diversi studi epidemiologici hanno evidenziato anche possibili effetti diretti sulla salute del verde urbano: le ricerche mostrano che le persone che vivono in aree povere di vegetazione hanno un eccesso di mortalità del 4-5% rispetto a chi abita in zone più verdi. Diverse revisioni sistematiche concordano anche nell’evidenziare  che il verde migliora lo sviluppo cognitivo, migliora l’attenzione e riduce il rischio di demenza nel corso della vita; alcune condizioni mentali (es. depressione)  sono risultate associate  agli ambienti edificati privi di spazi verdi. Diverse revisioni sistematiche hanno sintetizzato le prove relative all'esposizione materna agli spazi verdi segnalando livelli più elevati di verde associati a minore probabilità di esiti negativi come il basso peso alla nascita. Infine gli spazi verdi hanno effetti benefici sulla salute incoraggiando   l'attività fisica e la coesione sociale. Ma c'è un elemento che sta emergendo come fondamentale: non tutto il verde è uguale. La ricerca sta dimostrando che ciò che conta davvero non è tanto la superficie coperta da vegetazione, quanto il suo volume. Gli alberi, in particolare, sono insostituibili. Su questo, accanto ad altri interventi, ha insistito anche Enrica Roccotiello (Università di Genova) del progetto Salpiam, che ha richiamato la sua ricerca sull’importanza di selezionare le specie arboree a difesa dell’inquinamento della città portuale anche in considerazione del loro potere di catturare polverio e ossidi di azoto. Taxus baccata, il comune tasso, è emerso come una delle specie più performanti grazie alla sua elevata densità fogliare e alla sua straordinaria capacità di catturare le frazioni più fini e pericolose per la salute umana del particolato atmosferico. Questi risultati stanno confluendo in uno strumento digitale che aiuterà amministrazioni e progettisti a scegliere le specie più efficaci nel purificare l'aria delle nostre città. (Per approfondire vedi qui). Al Convegno sono stati portati altri esempi - dal Parco delle energie a Roma nel quartiere Pigneto-Prenestino (Chiara Badaloni, DEPLazio, al parco Trotter di Milano (ATS Milano) - di effetti positivi sulla salute. Nel Sud Italia, i ricercatori Giovanni Sanesi (Uniba) e Valerio Giannico hanno riferito delle ricerche svolte a Bari e Taranto. Utilizzando la tecnologia LiDAR, hanno mappato in 3D il verde delle due città misurando non più solo la copertura vegetale, ma il volume degli alberi. Durante l'estate del 2025, sensori fissi e mobili hanno registrato temperatura e umidità dentro e fuori i parchi, questo dato è utile per la realizzazione di mappe microclimatiche dettagliate. Ricerche precedenti hanno mostrato che il volume verde è fortemente associato a una migliore salute mentale, misurata attraverso un minor consumo di farmaci. A  Bari e Taranto attraverso l’utilizzo di diverse risorse informative (3D, mappe termiche , sonde termiche, coorti di cittadini, etc.) sarà possibile trovare relazioni scientificamente supportate tra presenza di verde (alberi) e salute umana. Il messaggio è chiaro: "È importante avere il verde, ma soprattutto è importante avere alberi". Una delle intuizioni più promettenti degli ultimi anni è il concetto di “co-benefici”, ricordata da Francesca De’Donato di DEPLazio. Ogni azione intrapresa per affrontare i cambiamenti climatici può generare vantaggi immediati per la salute. Prendiamo la mobilità attiva: camminare o andare in bicicletta invece di usare l'auto non solo riduce le emissioni, ma aumenta l'attività fisica e diminuisce l'esposizione all'inquinamento. Ed è una soluzione accessibile a tutti, a differenza delle costose auto elettriche. Il raffrescamento urbano attraverso il verde, pavimentazioni riflettenti e ombreggiature efficaci riduce direttamente la mortalità legata al calore. Nonostante le evidenze scientifiche siano sempre più solide, il passaggio dalla conoscenza all'azione rimane difficile. Solo il 15-20% dei comuni italiani ha un Piano del Verde, e anche quando esiste, raramente è davvero integrato negli strumenti urbanistici. Un limite questo messo in risalto anche nella discussione che ha visto intervenire Damiano di Simine di Legambiente, Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, xy di Cittadinanza attiva, Lucia Bisceglia (Ares Puglia) e Giorgio Vacchiano (UNIMI e Climate media center Italia). Qui per vedere la registrazione dell’evento.

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luglio 2025

Ancona: SalPIAm presenta le ricerche in corso su ambiente e salute nelle città portuali

Il 10 luglio si è svolto l’incontro pubblico “Sostenibilità per l’ambiente e la salute dei cittadini nelle città portuali in Italia”, in cui il progetto Salpiam è stato presentato alle autorità e agli stakeholder presso la sede dell’Autorità portuale di Ancona. Alla coordinatrice di Salpiam Lucia Bisceglia il compito di inquadrare il progetto nelle sue varie parti: dalla caratterizzazione della qualità dell’aria delle aree portuali in esame a cura dell’ISPRA, alla revisione sistematica della letteratura, lo studio degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla popolazione alla valutazione di impatto sulla salute di aria e rumore. Di particolare interesse anche l’analisi dei guadagni di salute considerando gli scenari di interventi migliorativi degli ambienti portuali (fra gli altri, elettrificazione delle banchine, istallazione fonti rinnovabili, gestione del traffico in entrata e uscita, creazione di barriere verdi per mitigare l’inquinamento di polveri e NOx). All’incontro hanno partecipato con interventi non formali il sindaco Daniele Silvetti, il direttore di ARPA Marche Sergio Ceradini, il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centrale Vincenzo Garofalo, il dirigente del settore prevenzione dell'ARS Marche Fabio Filippetti, il Comandante NOE di Ancona tenente Antonio De Santis. Scarica la locandina (pdf)

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luglio 2025

Genova: al via campagna intensiva di monitoraggio del particolato nell'area portuale

È stata avviata il 10 giugno a Genova una campagna intensiva di monitoraggio del materiale particolato, che prevede la raccolta di campioni in 8 punti, e la successiva caratterizzazione chimica estesa ad elementi e composti che non sono normalmente rilevati dalle analisi di routine.L’obiettivo è quello di studiare il ruolo relativo delle varie sorgenti di emissione che insistono nell’area.I mini-campionatori installati consentiranno di raccogliere campioni rappresentativi della concentrazione media in diversi periodi stagionali, nel corso di un anno. Questo consentirà di valutare la variabilità temporale dei vari componenti del particolato oltre che la variabilità spaziale.Rispetto ad altri studi svolti in passato questo studio permetterà di raccogliere informazioni anche sull’area portuale di Ponente. Inoltre, in quattro degli otto punti sono stati installati due campionatori in parallelo, in modo da poter effettuare una caratterizzazione completa di tutti i componenti del particolato. Mediante tecniche statistiche sarà poi possibile a partire dai risultati analitici effettuare una stima del contributo relativo delle varie sorgenti (porto, traffico, riscaldamento ecc..).Le informazioni raccolte saranno utili anche per aumentare le informazioni disponibili per il caso studio di Genova, che prevede l’analisi dell’interazione tra le specie vegetali urbane più comuni e il particolato atmosferico (PM), con particolare attenzione all’inquinamento derivante dalle attività portuali (traghetti, navi da crociera, navi cargo, raffinerie, ecc.).Le campagne sono state progettate da ISPRA, ARPAL e Università degli studi di Genova.L’attività di campionamento è svolta sul campo da ARPAL. Le numerose analisi di caratterizzazione saranno svolte dai diversi laboratori specializzati di ARPAL, ISPRA e Università di Genova.

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febbraio 2025

Nuova Direttiva UE su qualità dell’aria: i porti inseriti tra i “punti critici di inquinamento atmosferico”

Nel mese di ottobre 2024, il Parlamento europeo ha approvato la nuova Direttiva (UE) 2024/2881 sulla qualità dell'aria, che sostituirà la Direttiva 2008/50/CE. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 20 novembre 2024, è entrata in vigore il 10 dicembre dello stesso anno. Gli Stati membri avranno due anni per recepirla nei rispettivi ordinamenti nazionali. Questa direttiva si inserisce nel percorso avviato nel 2013 con il programma “Aria pulita per l’Europa”, che aveva già evidenziato la necessità di fissare nuovi obiettivi per il 2020 e il 2030. La nuova direttiva stabilisce standard più severi per la qualità dell'aria, da raggiungere entro il 2030, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del Piano d'azione dell’'UE: "Verso l'inquinamento zero per l'aria, l'acqua e il suolo"della Commissione europea che, tra gli altri, mira a ridurre l'inquinamento atmosferico a livelli non più dannosi per la salute umana e per gli ecosistemi. Il piano d’azione fissa alcuni obiettivi da raggiungere entro il 2050, come il miglioramento della qualità dell’aria per abbassare almeno del 55 % il numero di morti premature provocate dall’inquinamento atmosferico e la riduzione del 25 % degli ecosistemi dell’Unione europea in cui l’inquinamento atmosferico minaccia la biodiversità. Tra le principali novità della nuova Direttiva figurano l'introduzione di limiti giornalieri per il PM2,5 e l'NO2, che si aggiungono ai limiti annuali già previsti. Inoltre, viene stabilita una nuova disposizione che impone una riduzione progressiva dell'esposizione media della popolazione al particolato fine (PM2,5) e al biossido di azoto (NO2), valutata a livello delle unità territoriali regionali, avvicinandosi ai livelli indicati dall'OMS nelle raccomandazioni 2021. Un'ulteriore misura riguarda l'introduzione di soglie di allerta per l'esposizione a breve termine a concentrazioni elevate di PM10 e PM2,5, che si aggiungono alle soglie già esistenti per il biossido di azoto (NO2) e il biossido di zolfo (SO2). Questi nuovi parametri mirano a incentivare interventi strutturali e coordinati in diversi settori, dall'agricoltura all'industria, fino all'edilizia e alla mobilità. Una novità significativa riguarda il settore portuale. Infatti, tra i "punti critici di inquinamento atmosferico", definiti come le aree all'interno di una zona con le più alte concentrazioni di inquinanti, a cui la popolazione potrebbe essere esposta direttamente o indirettamente, sono stati inseriti anche i porti. In passato, i porti erano considerati genericamente fonti industriali, ma oggi si riconosce il loro ruolo come snodi di traffico pubblico, privato e commerciale, sia leggero sia pesante. Le emissioni derivanti dal transito e dalla sosta delle navi, sommate a quelle dei veicoli a terra, possono infatti creare veri e propri "hot-spot" di inquinamento locale. Per affrontare questa problematica, la direttiva prevede l'avvio del monitoraggio delle particelle ultrafini in alcuni punti di misura individuati, sottolineando la necessità di azioni mirate per ridurre l'impatto ambientale di queste aree strategiche.

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dicembre 2024

Lo studio Greening of European Sea Ports della Commissione Europea, fornisce una roadmap per migliorare la sostenibilità dei piccoli porti

Il 17 dicembre 2024, la Direzione Generale Mobilità e Trasporti della Commissione Europea ha pubblicato lo studio “Greening of European Sea Ports” realizzato in collaborazione con l'Erasmus University of Rotterdam, la University of Piraeus Research Centre (UPRC) e White Research. Il rapporto analizza le sfide ambientali affrontate dai porti marittimi europei, offrendo una serie di raccomandazioni sintetizzate in una road map per guidare le autorità portuali, gli operatori terminalistici e altri stakeholder nell'adozione di buone pratiche volte alla riduzione dell’impatto ambientale delle operazioni portuali. I porti di grandi dimensioni dispongono generalmente di risorse finanziarie e capacità organizzative che consentono loro di investire in soluzioni innovative, partecipare ad attività di ricerca e sviluppo, e promuovere iniziative per ridurre il loro impatto ambientale. Al contrario, i porti più piccoli affrontano difficoltà legate a risorse limitate e una maggiore avversione al rischio. Spesso si concentrano su soluzioni consolidate e, mancando di competenze interne, necessitano di supporto tecnico e finanziario per sviluppare le loro iniziative per rendere più sostenibile la loro attività. L’obiettivo del rapporto è aiutare questi porti a individuare e adottare pratiche sostenibili su misura per le loro esigenze, rafforzando la loro capacità di attuare iniziative green. Il progetto ha analizzato diverse buone pratiche volte a ridurre l’impatto ambientale. Le esperienze tratte dalle iniziative di successo hanno portato all’identificazione di buone pratiche, raggruppate in 22 categorie, tra cui: pianificazione e politiche green, gestione delle emissioni, economia circolare, combustibili alternativi, energia rinnovabile, efficienza operativa, protezione della biodiversità, e schemi di certificazione e incentivi. L’analisi delle buone pratiche ha fatto emergere alcuni punti strategici. Anzitutto il coinvolgimento degli stakeholder e dei partenariati sin dall’inizio del progetto facilita il superamento delle sfide e promuove soluzioni condivise, costruendo un percorso collettivo verso la sostenibilità. Inoltre, il precoce coinvolgimento dei soggetti interessati consente lo sviluppo di sinergie tra buone pratiche a monte e a valle (chaining verticale) o tra risorse e iniziative degli stakeholder (chaining orizzontale) garantendo risultati più efficaci.  Il finanziamento pubblico e privato è cruciale per ridurre i rischi e sostenere gli investimenti, anche tramite l’inserimento di clausole di sostenibilità nei contratti. In ogni caso, sia per investimenti pubblici sia privati, le iniziative devono considerare costi e benefici sociali, conformità normativa e mitigazione dei rischi climatici, mantenendo una prospettiva di lungo termine. La trasferibilità delle buone pratiche ai porti più piccoli dipende da fattori come scala e complessità dell’applicazione, adattabilità alle caratteristiche del porto, competenze richieste e aspetti economici. Affinché le soluzioni innovative adottate dai porti più grandi siano scalabili nei porti più piccoli è essenziale una forte cooperazione regionale.

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novembre 2024

Hydrogen Valley al Porto di Civitavecchia per fornire idrogeni ai mezzi pubblici portuali

Nel porto di Civitavecchia verrà realizzata la prima Hydrogen Valley portuale italiana. Avviata nell’ottobre 2023 nell’ambito del progetto europeo Life3H, ha lo scopo di creare un impianto di produzione di idrogeno verde da fonti rinnovabili nell’area retroportuale. Si tratta di un progetto da 7,46 milioni di euro di finanziamenti pubblici, assegnati tramite il bando PNRR per la produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dimesse. Il progetto LIFE3H ha come obiettivo quello di creare tre Hydrogen Valley nel centro Italia partendo dalla realizzazione di autobus alimentati con l’idrogeno in eccesso proveniente da produzioni industriali locali, chiudendo così il ciclo a livello locale. L’obiettivo del progetto è facilitare la mobilità urbana, con un impatto positivo sulla crescita economica e sulla sostenibilità ambientale e allo stesso tempo vuole verificare l’impatto di nuove soluzioni di trasporto nel miglioramento della qualità dell’aria riducendo le emissioni. Nel caso specifico del porto romano, si sfrutterà la preesistente collaborazione con l’azienda Port Mobility, che si occupa di organizzare il servizio di trasporto pubblico locale per tutti gli utenti del porto e uno specifico per i croceristi in collegamento con la stazione ferroviaria di Civitavecchia. I due autobus ad idrogeno verranno impiegati prevalentemente per il servizio di linea speciale tra il porto e la stazione e, solamente nei giorni di assenza di navi da crociera, destinati al servizio pubblico portuale. Per la Hydrogen Valley portuense sarà importante la sinergia con altri progetti come Green Ports, un progetto dell’Autorità di sistema portuale, che si occupa di finanziare interventi per aumentare l’efficienza energetica, riducendo le emissioni di anidride carbonica e altri inquinanti, con lo scopo di abbassare l’impatto delle attività portuali. L’Hydrogen Valley si integra con i piani più ampi della città di Civitavecchia per migliorare la sostenibilità e la vivibilità, come l’istituzione di una zona a traffico limitato per migliorare la qualità della vita di residenti e turisti. Considerando che Civitavecchia è in testa alle classifiche italiane per quantità di passeggeri, in particolare delle crociere, questo progetto contribuirebbe alla riduzione dell’impatto ambientale del turismo nell’area, permettendo di creare un vero e proprio “porto green” Riguardo al tempo di realizzazione, il progetto dell’Hydrogen Valley si dovrebbe concludere nel settembre 2025.

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novembre 2024

Sostenibilità e salute nelle città portuali: un convegno di Salpiam a Civitavecchia il 5 novembre

Il 5 novembre 2024 si terrà presso l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, a Civitavecchia, un convegno dedicato al progetto SalPIAm (Salute Porti Inquinamento Ambientale). L'evento vedrà la partecipazione di rappresentanti istituzionali e di esperti nel campo della salute e dell'ambiente, che discuteranno dei risultati e delle attività di monitoraggio legate al progetto (vedi programma in allegato). SalPIAm è un'iniziativa inclusa nel Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari (PNC), con l'obiettivo di valutare l’impatto ambientale e sanitario della presenza di porti nelle aree urbane circostanti. Il progetto si concentra sugli effetti dell'inquinamento atmosferico e acustico, proponendo strumenti avanzati di misurazione e modelli statistici per una valutazione precisa degli inquinanti, come PM2.5, particelle ultrafini (UFP) e black carbon (BC), seguendo le linee guida dell'OMS. Coinvolgendo istituzioni sanitarie, enti di ricerca e associazioni di cittadini, SalPIAm mira a promuovere la consapevolezza e l'integrazione di politiche di sostenibilità a tutela della salute pubblica. L’evento offrirà un’occasione per approfondire il caso studio di Civitavecchia e le metodologie di monitoraggio sviluppate, proponendo modelli esportabili in altre città portuali italiane. Programma evento

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novembre 2024

Dal convegno di Livorno gli esperti chiedono più regole per l’aria pulita nei porti

Serve rafforzare le norme per ridurre l’inquinamento atmosferico causato dalle navi: è questo il messaggio che emerge dal recente convegno tenutosi a Livorno, dove studiosi ed esperti italiani e internazionali hanno discusso la necessità di istituire un’Area NECA (Nitrogen Emission Control Area) nel Mediterraneo, in aggiunta alla SECA (Sulphur Emission Control Area), che entrerà in vigore nel maggio 2025. Il 23 ottobre 2024, presso la Fortezza Vecchia di Livorno, il convegno "Miglioramento della qualità dell'aria e riduzione dell'impatto climatico" ha visto la partecipazione di esperti da tutta Europa. I relatori hanno illustrato l’impatto ambientale delle emissioni marittime e sottolineato l’urgenza di misure concrete per limitarle. Una ricerca condotta a Civitavecchia ha evidenziato l’effetto negativo dei fumi navali sulla salute dei residenti vicino ai porti, con un aumento del rischio di malattie neurologiche e tumori al polmone rispettivamente del 51% e del 31%. A livello europeo, il settore marittimo è responsabile del 4% delle emissioni di CO2, e senza ulteriori interventi, si stima che queste potrebbero aumentare del 130% entro il 2050. Ivan Sammut, direttore del REMPEC (Centro regionale del Mediterraneo per l’inquinamento marittimo), ha confermato l’impegno delle autorità europee e dei paesi mediterranei per l’attuazione dell’Area NECA, volta a ridurre le emissioni di ossidi di azoto. La SECA, che entrerà in vigore nel 2025, abbatterà le emissioni di zolfo dalle navi, ma secondo Ludmila Osipova dell’ICCT (International Council on Clean Transportation), resta il problema degli armatori che utilizzano tecnologie che scaricano in mare gli inquinanti, causando danni all’ecosistema marino. Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria, ha ribadito l’importanza di applicare le normative esistenti con rigore. Ha infatti richiesto al Ministero dell’Ambiente di rivedere le disposizioni nazionali, che oggi prevedono l’avviso preventivo dei controlli alle navi, pratica che rischia di vanificare i controlli stessi. Gerometta ha inoltre ricordato che, a maggio, il Tribunale Internazionale del Diritto del Mare ha riconosciuto l’inquinamento navale come una forma di inquinamento marino, imponendo agli Stati aderenti alla Convenzione UNCLOS, tra cui l’Italia, l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie per proteggere l’ambiente marino dai cambiamenti climatici e dall’acidificazione. Luca Ribechini, presidente dell’associazione Livorno Porto Pulito, ha spiegato che è fondamentale perseguire obiettivi a breve termine, annunciando una petizione locale con oltre mille firme per introdurre a Livorno centraline di monitoraggio fisse e garantire che tutte le navi, a partire dal 2026, siano attrezzate affinché possano collegarsi a banchine elettrificate, riducendo le emissioni in porto. Durante il convegno, i monitoraggi effettuati in collaborazione con l’esperto Axel Friedrich hanno rilevato elevati livelli di particolato ultrafine nei pressi delle navi in porto. Livorno Porto Pulito sta inoltre monitorando la concentrazione di Black Carbon, un agente altamente nocivo e cancerogeno, per documentarne l’impatto sulla popolazione residente. Oltre a queste attività, al convegno hanno partecipato realtà innovative, come una start-up maltese che sviluppa sistemi di monitoraggio tramite droni e boe in porto, e un’impresa che propone vele a rotore per ridurre il consumo di carburante. L’evento è stato organizzato da Cittadini per l’Aria, insieme a una coalizione di associazioni europee e all’associazione Livorno Porto Pulito, che da due anni rappresenta le preoccupazioni dei cittadini livornesi per le emissioni navali. È possibile rivedere il convegno sul canale YouTube di Cittadini per l’Aria. International Maritime Conference (Livorno) – Parte 1 https://www.youtube.com/watch?v=Ig4SSdue3VQ International Maritime Conference (Livorno) – Parte 2 https://www.youtube.com/watch?v=u2CmKSeSpIc International Maritime Conference (Livorno) – Parte 3 https://www.youtube.com/watch?v=DyTJHbDqF8U

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ottobre 2024

Il Porto di Anversa-Bruges Riconfermato per la Quarta Volta con la Certificazione ISO 50001 per l'Efficienza Energetica

Il porto di Anversa-Bruges ha ottenuto nuovamente la certificazione ISO 50001, confermandosi per la quarta volta consecutiva come un modello di sostenibilità energetica. Questa certificazione stabilisce obiettivi chiari per il risparmio energetico. Dal 2011, tutta l'elettricità utilizzata dall'Autorità portuale per edifici, ponti e l'alimentazione a terra delle navi proviene esclusivamente da fonti rinnovabili. La flotta portuale include già due rimorchiatori alimentati a idrogeno e metanolo, con l'arrivo previsto del primo rimorchiatore completamente elettrico. L’Authority ha anche investito significativamente nell'elettrificazione dei propri veicoli. Negli ultimi dieci anni, il porto ha ottenuto risultati significativi: una riduzione del 9,6% sui costi della benzina per la flotta, del 64,8% sul consumo di gas naturale per il riscaldamento e del 33,8% sull'uso di elettricità per uffici e illuminazione pubblica.

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ottobre 2024

Porti: nel 2023 merci in calo del 3,2%, salgono i passeggeri

La pubblicazione dei dati 2023 di Assoporti è accompagnata dalla ricerca intitolata ‘Port Infographics Update 2024’ elaborata dal centro studi Srm che dedica particolare attenzione alle dinamiche degli scenari internazionali. Nell’analisi si segnala che proseguono le tensioni nel Mar Rosso: cala a 37 la media giornaliera dei passaggi di navi nel Canale di Suez nel periodo gennaio-maggio 2024 rispetto ai 71 transiti medi giornalieri dello stesso periodo del 2023. Per quanto riguarda il sistema portuale nazionale, i dati di Assoporti dicono che nel 2023 sono stati superati i 470 milioni di tonnellate movimentate, un valore in lieve calo (-3,2%) rispetto al 2022. Crescono di poco i traffici di carichi rotabili (+0,4%), mentre calano container, rinfuse solide e liquide. In netta ripresa le performance della movimentazione passeggeri e crociere (rispettivamente +16,3% e +48,3%). Nel 2023 risultano trasportati via mare 338 miliardi di euro in import/export; gli Stati Uniti si confermano primo partner per l’export marittimo con 41,8 miliardi mentre la Cina domina i traffici in import con 32,8 miliardi.

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ottobre 2024

Presentato a Bruxelles il Progetto Europeo per Migliorare la Navigabilità e la Sostenibilità dei Porti di Venezia e Chioggia

È stato presentato a Bruxelles, presso la sede della Regione Veneto, il progetto europeo "Channeling the Green Deal for Venice", promosso dall'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale. Durante l'evento, che ha visto la partecipazione dell'ambasciatore Stefano Verrecchia, Rappresentante Permanente Aggiunto presso l'Unione Europea, sono stati illustrati ai presenti – tra cui europarlamentari italiani e funzionari della Commissione Europea – gli obiettivi e le finalità del progetto. "Channeling the Green Deal for Venice", con un budget complessivo di 1,7 milioni di euro, cofinanziato dal programma Connecting Europe Facility (Cef), mira a risolvere le problematiche legate alla limitata accessibilità nautica dei porti di Venezia e Chioggia. Il progetto propone soluzioni scientifiche e operative per migliorare l'efficienza portuale, rispettando i vincoli fisici dell'area, l'equilibrio idrodinamico della laguna, il traffico acqueo locale e il sistema delle dighe mobili MoSE. La complessità della situazione ha richiesto nuovi studi preliminari per sviluppare interventi gestionali e infrastrutturali volti a migliorare la navigabilità e la sostenibilità del canale Malamocco-Marghera e delle aree circostanti. L'obiettivo è contribuire anche alla decarbonizzazione dei trasporti. Gli studi, realizzati con un approccio innovativo che combina per la prima volta modelli di simulazione idrodinamica e di navigazione in tempo reale, hanno fornito dati tecnico-scientifici fondamentali. Questi dimostrano che con interventi mirati è possibile aumentare l'operatività portuale e garantire una navigazione più sicura, riducendo al contempo l'impatto ambientale del traffico navale nell'area.

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ottobre 2024

Affidati i Lavori per il Nuovo Porto Commerciale di Cagliari: Apertura Prevista per il 2029

È stata aggiudicata la gara per la costruzione del nuovo porto commerciale di Cagliari, che sorgerà sulla sponda ovest del Porto Canale e sarà completato entro l'inizio del 2029. I lavori, che inizieranno a febbraio, saranno eseguiti da un raggruppamento di imprese composto da Rcm Costruzioni Srl, Fincosit Srl, Società Italiana Dragaggi Spa e Impresa Pellegrini Srl. L'importo complessivo dell'appalto è di oltre 287 milioni di euro, a cui si aggiungono 3,8 milioni per gli oneri di sicurezza. Il progetto prevede un investimento complessivo di circa 338 milioni di euro, di cui 99,35 milioni finanziati tramite fondi PNC complementari al PNRR. Il nuovo terminal accoglierà il traffico di traghetti e navi ro-ro attualmente gestito nel porto storico, e disporrà di 6 ormeggi con un fondale di 11 metri per le manovre. L'area operativa sarà organizzata in 5 piazzali, capaci di ospitare circa 2.500 stalli per i semirimorchi, inclusi 52 posti dedicati allo stoccaggio di merci pericolose.

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